27.10.08

teste denoc

- Ma Vittorio Feltri quando dice queste cose è ironico?

"«Credevo fosse solo una mannequin (la ministra Mara Carfagna N.d.F.)... e invece da Vespa ho visto che sugli argomenti che tratta, in questo caso le prostitute, dimostra una certa preparazione...»"

Da un'intervista dello scorso 8 ottobre apparsa sul Corriere della Sera.



- Marcello Dell'Utri dichiara:

"A parte i suoi errori, Mussolini non era quel greve individuo che hanno cercato di lasciarci come immagine dopo la guerra. Il Duce era un uomo che aveva molte qualità e dai diari emerge l'aspetto umano, la sua cultura, la sua capacità politica e di statista in maniera prepotente."

Mi limito a riportare il commento che Marco Travaglio pubblica sul suo blog: "Siamo in tempo di riabilitazione quindi quando uno dice "a parte gli errori"... e certo, se uno mette da parte tutti gli errori diventiamo tutti santi!
Il bello non è tanto la riabilitazione di Mussolini che purtroppo non è un'esclusiva di Dell'Utri, abbiamo sentito anche Berlusconi, Alemanno, in passato Fini.
Il bello è che viene fatta sulla base dei cosiddetti diari di Mussolini che ogni tanto Dell'Ultri presenta alla stampa nella speranza che questa si sia dimenticata che sono falsi!
Dell'Utri ha investito non so quanti soldi nell'acquisto dei cosiddetti diari di Mussolini che tutti gli storici hanno già stabilito essere un falso grossolano.
Lui continua a presentarli alla stampa dicendo "Vedeste che aspetti umani vengono fuori". Sì, ma sono aspetti umani del falsario, non di Mussolini!
Quando vedete in televisione parlare di Dell'Utri di solito se ne parla nella sua veste o di politico o di bibliofilo.
La domanda è come possa essere bibliofilo uno che non riesce a distinguere dei diari veri dai falsi che tra l'altro tutti i giornali d'Europa hanno definito falsi."

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- Infine segnalo quello che sicuramente tutti voi avrete già letto altrove, ma una rubrica come Teste Denocciolate non poteva certo ignorare le disonorevoli parole del Senatore a vita Francesco Kossiga pubblicate sul Quotidiano Nazionale:

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? «Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché è l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitito Pci ma l'evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà quantomeno una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire? «A questo punto, Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».
Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che... «Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti? «Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero. «Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio».
Quale incendio? «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

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1 commento:

Strato ha detto...

O.o da brividi...