"Maddalena guarda Step sparire con lei, colpevole solo di non averla amata né di averglielo mai lasciato credere. E mentre i due, freschi d'amore, escono in strada, Maddalena si lascia cadere sul divano lì vicino. Disillusa, da sola, così come da sola si è illusa.
Rimane con un bicchiere vuoto fra le mani e qualcosa di più difficile da riempire
dentro. Lei, semplice concime di quella pianta che spesso fiorisce sopra la tomba di
un amore appassito. Quella rara pianta il cui nome è felicità."
Federico Moccia – “3 metri sopra il cielo”
21.11.08
alle 12:13 PM Ivi posto da Fabio Lai
Etichette: teste denocciolate
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2 commenti:
Ah ah ah ah ah...evviva la letteratura itagliana.
Ogni volta che Moccia scrive un libro il fantasma di Hemingway tenta il suicidio.
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