17.1.09

Supercazzole: filodiffusione

Una nuova rubrica fatta solo di parole, non necessariamente sensate.
Se riuscirete a leggere anche questo mi sentirò sinceramente dispiaciuto per l’evidente disistima che nutrite nei confronti del vostro tempo libero.



Ammainati i Santa Claus gonfiabili, restituita dignità ad abeti gravati da mille paillettes, qualcosa ancora rimane del trascorso Natale, la filodiffusione.
Qualcuno ha pensato di piazzare casse acustiche ad intervalli regolari per la via principale del paese. Non più di sei brani natalizi incatenati in un loop senza fine, tutta una roba di bianchinatali, slitte, gioiosi cori e letizia. Siamo ormai in Gennaio inoltrato e la filodiffusione continua a filodiffondere.
Conclusasi l’Epifania uno spirito progressista deve aver notato che la breve e incolore selezione musicale, ripetuta un numero elevato di ore al giorno, ha finito per prostrare i nervi dei paesani, soprattutto quelli che gli altoparlanti li hanno sotto le finestre o, detto in maniera più pedestre, sulla mezzeria dei coglioni.
La filodiffussione ha cominciato a pervertirsi, i carmi natalizi sono stati soppiantati da residui di discoteca anni ’90 e Donatella Rettore e il meglio di Rocky Roberts e ‘Chihuahua’ e quello che ripete all’infinito ‘movimento sexy’ e una selezione dello Zecchino D’Oro e Grignani e sporadiche schegge di liscio e un’inspiegabile cover di ‘No woman no cry’ in chiave elettro-dance. Nei momenti in cui credono di non essere viste le vecchiette per strada cedono a qualche incerto passo di bossa nova.
E’ ormai evidente che siamo parte di un esperimento, attraverso l’ininterrotta sovraesposizione a suoni, che solo apparentemente sembrano assemblati da un macaco depresso, veniamo bombardati da messaggi subliminali volti ad alterare e soggiogare le nostre menti.
Si mira alla creazione di super soldati. O super vecchiette in grado di eseguire spaccate sagittali. O comunque una cosa del genere.
Un’ora fa l’esercito ha allestito posti di blocco su tutte le vie d’accesso al paese, i telefoni non funzionano più, gruppi di militari in tuta anti-radiazioni stanno rastrellando le case una per una. Sento che fra poco arriveranno anche a me, a chi riuscirà a leggere queste righe lascio i miei ultimi pensieri:

Quante volte io credevo che, e invece no, e invece no.
Tu guardavi tutti meno me
e io credevo invece che
ho deciso che mi buttero' e qualche cosa combinerò
Questa volta non ci sono se,
fermi tutti adesso tocca a me
Stasera mi butto
stasera mi butto,
mi butto con te
e faccio di tutto e faccio di tutto per stare con te.

8.1.09

Inspiration #8

Animazione (Animation)
-"Grub" teaser dello studio Frater
- Il sito del film d'animazione "Coraline"

Fotografia (Photography)
- Sad guys on trading floors

Scultura (Sculpture)
- Jumping Brain di Emilio Garcia
- Super Mario Coke Head di Dex
- Iceberg di Jon Klassen

Cazzate (Fun)
- Super Obama World

Letture

Roger Abravanel‘Meritocrazia’ Garzanti - €16,50

Picture of Ursy - hard on the couch, good for the soulL'italiano medio si sente genericamente in accordo col termine ‘meritocrazia’, pur non sapendo bene di cosa si tratti. Generalmente, quando sente nominare la parola immagina una lavagna equamente divisa tra i nomi dei buoni da una parte e quelli dei cattivi dall’altra.
Non aiuta a far luce su caratteristiche e pregi di questa ideologia la politica nostrana, almeno a giudicare dai molti che, in contesti pubblici, si riempiono la bocca con termini quali ‘merito’ o ‘meritocrazia’ senza però dar seguito a progetti che siano realmente volti ad allestire meccanismi meritocratici nella nostra società.
Probabilmente molti di noi non sanno che la meritocrazia ha una propria storia, i propri teorici e numerosi esempi di realizzazioni pratiche all’attivo. Nel suo libro Roger Abravanel ripercorre le storie dei primi pionieri della meritocrazia, passa in rassegna alcuni esempi si società dove l’ideologia e la cultura meritocratica hanno dato i loro frutti, analizza il “mal di merito” del sistema-Italia, si spinge addirittura a proporre alcune soluzioni che, se messe in atto, potrebbero cambiare radicalmente il nostro modo di vivere e sentire lo stato e la vita di ogni giorno.
Abravanel, pur cosciente del fatto che viviamo in una società fortemente centrata sulla dottrina del corporativismo, refrattaria a qualunque liberalizzazione economica (se non a parole e per mero calcolo elettorale), si dimostra ottimista, dato che, a parer suo, gli italiani sentono forte il bisogno di meritocrazia nelle proprie istituzioni, nella propria società, nella propria vita.

Dal canto mio non posso che consigliare la lettura di questo libro, che ha l’innegabile merito di chiarificare la natura e le ripercussioni sociali di una delle carenze forse più gravi del nostro paese. Purtroppo i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, con particolare riferimento a quello attualmente in carica, dimostrano la chiara volontà di perseguire logiche corporativiste, tutelando interessi di lobby, premiando l’appartenenza invece della provata capacità, promuovendo la diffusione del ‘familismo amorale’ come modello comportamentale nazionale. Tutto quello che una società meritocratica non dovrebbe essere.

2.1.09

E ancora ...

Dato che ero a scavare tra i vecchi biglietti d'auguri, tiro fuori anche questo del 2005 che mi pare di non aver mai postato qua.